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Il Lunedì 5 Marzo 2018

By Marzo 5, 2018 Marzo 27th, 2018 No Comments

AVANTI TUTTA (comunque).

Il popolo italiano ha parlato. Il centro destra è di nuovo la coalizione più forte, il Movimento 5 stelle è il primo partito ma la volontà di rinnovamento dietro il suo elettorato non è bastata. La Lega è cresciuta esponenzialmente, anche (incredibilmente) al sud, e diventa la forza propulsiva anti europeista di un centrodestra che proporrà forse un premier che più europeista non si può.

Non è uno scenario chiaro, non sarà facile formare un governo e anche in quel caso la governabilità non sarà garantita.

Un cosa però è indiscutibile.

Hanno vinto i populismi.

La politica tradizionale arranca da tempo ormai: i cittadini lontani dai candidati, non c’è più contatto con le piazze, candidati imposti come nei migliori centri della grande distribuzione, dove, con perfette ed impeccabili tecniche di marketing, ti fanno acquistare ciò che vogliono loro.

Io continuo a ritenere che anche la Politica è fatta di persone e dalle persone, e oggi non siamo messi in condizione di scegliere liberamente tra una vasta offerta di persone con le loro storie, le loro culture, le loro famiglie, le loro origini, il loro valore.

Chi oggi ha perso davvero, ovvero quelli che hanno governato finora con la spocchia di chi non riteneva necessario il contatto con gli elettori, ha principalmente dimenticato questo, ha fondamentalmente pagato per questa mancanza di continuità con il proprio elettorato. L’aver dimenticato di mettere l’elettore al centro, di farlo sentire coinvolto in un modo o nell’altro, ascoltato, tutelato, è ciò che ha segnato la sconfitta di un centro-sinistra che si è dimenticato delle piazze in cui è nato.

Ma il lato oscuro di questo populismo è che, forse, l’ossessiva ripetizione dell’essere dalla parte dell’elettore possa nascondere solo una lusinga ai suoi istinti basilari, in cerca di consenso facile. Abdicando al ruolo di emancipazione inclusiva, quasi pedagogico, che la politica dovrebbe avere. Puntare il dito contro un nemico comune e addossargli la colpa di ogni male, la propaganda, la rabbia e l’indignazione senza argomenti non possono essere la risposta ai problemi del nostro paese.

Resta una domanda: ora come lo facciamo un Governo stabile affidabile credibile?

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